29/02/2012

Apprendistato, uno strumento per aiutare i giovani

Il Ministero del Lavoro, in collaborazione con ISFOL e INPS, ha fotografato lo stato dell’arte dell’apprendistato in Italia, descrivendo nel dettaglio l’evoluzione diquesto strumento contrattuale nel biennio 2009-2010 .
 
Nel 2010 il 15% degli occupati italiani, tra i 15 e i 29 anni d’età, è risultato in apprendistato. Si tratta di 542mila giovani, prevalentemente maschi e in buona parte residenti nelle Regioni del Centro-Nord. Nella maggioranza dei casi sono rapporti di lavoro che rientrano nella tipologia dell’apprendistato professionalizzante, una delle tre previste dal D.lgs. 276/03, anche se permane una quota di giovani assunti ai sensi della disciplina precedente. Il 32% dei contratti riguarda lavoratori occupati in aziende di tipo artigianale.
 
Il XII rapporto di monitoraggio conferma che gli effetti della crisi economica sono evidenti. Nell’arco temporale preso in analisi, infatti, si è registrata la perdita complessiva di 100mila rapporti di lavoro in apprendistato (-17%). La quota di apprendisti sugli occupati, di età compresa tra i 15 e i 29 anni, è scesa nei due anni dal 16% al 15%. Va tuttavia segnalato che nello stesso periodo e per la medesima fascia d’età, il tasso di occupazione si è ridotto di quasi cinque punti percentuali.
 
Tra le aziende, quelle di tipo artigianale hanno subito i più pesanti effetti della crisi, con variazioni negative ben più alte di quelle delle altre aziende (-23% nel biennio).
Nel settore manifatturiero sono risultate in difficoltà tutte le attività economiche, con la sola eccezione dell’Alimentari, bevande e tabacco. In calo anche gli apprendisti nei Trasporti e comunicazioni e nelle Costruzioni. Alberghi e ristoranti e Attività finanziarie hanno invece mantenuto pressoché invariato il livello di rapporti di lavoro in apprendistato.
 
Nel 2010 sono stati complessivamente avviati 289mila nuovi contratti di apprendistato, il 2% in più rispetto all’anno precedente. Mentre, nel 2009, gli avviati avevano subito un calo del 27% rispetto al 2008.
Dall’indagine Isfol-Plus, sintetizzata dai dati nella tabella che segue, l’apprendistato, rispetto ai contratti non standard, può offrire maggiori opportunità di passare ad una condizione lavorativa stabile.
 

Esiti nella forza lavoro tra il 2008 e il 2010 per tipologia contrattuale (%) 2008 Esiti 2010
  Tipico Atipico In cerca Inattivi Totale
Lavoro a tempo determinato 35 47 17 2 100
Apprendistato 39 47 8 6 100
Altri contratti a termine1 35 39 19 6 100
Collaboratori2 30 42 24 4 100

1Contratto formazione lavoro (CFL), Contratto d’inserimento, Lavoro interinale o a somministrazione, Job sharing o lavoro ripartito, Lavoro intermittente o a chiamata.
Collaborazioni coordinate e continuative, Collaborazione occasionale, Lavoro a progetto.
Fonte: Isfol Plus, Panel 2008-2010

 
L’esito più naturale dell’apprendistato è, infatti, la trasformazione del contratto di apprendistato in un rapporto a tempo indeterminato, continuando a beneficiare di una contribuzione agevolata per un ulteriore anno.
Nonostante il periodo di crisi, quindi, il numero dei lavoratori trasformati a tempo indeterminato è rimasto sostanzialmente stabile nel 2009 (157mila) ed è aumentato del 12% nel 2010 (177mila), soprattutto nel Centro e con percentuali leggermente più alte per le donne rispetto agli  uomini.

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