09/01/2014

Intervista al Prof. Alessandro Sterpa - Commissario Straordinario dell’Istituto A.C. Jemolo

In occasione dell’Open day Jemolo, in programma il 16 gennaio 2014, abbiamo intervistato il Prof. Alessandro Sterpa - Commissario Straordinario dell’Istituto A.C. Jemolo per avere maggiori informazioni sull’evento e approfondire la realtà delle professioni giuridiche: quali opportunità di lavoro ci sono, l’importanza della formazione post lauream e quali sono i principali ostacoli che possono incontrare coloro che vogliono intraprendere la carriera forense. Buona lettura!

Com’è nata l’idea di organizzare l’evento “Open day all’Istituto Jemolo” e quali tipologie di studi professionali parteciperanno all’iniziativa?
L’organizzazione dell’Open day rappresenta una delle iniziative avviate dalla nuova gestione commissariale per rilanciare le attività dell’Istituto Jemolo.In questi mesi abbiamo attivato corsi in collaborazione con la Scuola Nazionale dell’Amministrazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri (SNA), con la Provincia di Roma e, nel prossimo futuro, con la Scuola Nazionale Forense e con l’Agenzia per lo Sviluppo delle Amministrazioni Pubbliche (ASAP).
Tra i compiti che la legge conferisce all’Istituto vi è quello di promuovere la cultura giuridica, elemento fondamentale del processo democratico. In particolare, con l’Open day è stata data una nuova interpretazione dei compiti istituzionali dell’Istituto indirizzando l’attività non soltanto alla formazione giuridica degli operatori del diritto, ma anche attraverso la creazione di momenti di incontro tra domanda e offerta di lavoro. A questa prima edizione dell’Open day, costruita con le Università del Lazio e Jobsoul, hanno aderito 24 studi legali che coprono i principali settori del diritto ossia civile, penale e amministrativo.
L’idea è quella di creare un canale collaborativo che rispetti innanzitutto le regole di ingaggio dei giovani laureati. Non deve più esserci il rischio che i neo laureati rappresentino “manodopera sottocosto” per gli studi legali. Per questo abbiamo richiesto l’impegno degli studi legali, qualora si attivi il tirocinio, a rispettare le norme vigenti in materia, valorizzando il lavoro dei giovani neolaureati.
Inoltre vogliamo aiutare chi non ha tra i giovani giuristi quella rete di relazioni professionali e familiari che permettano di contattare anche i più importanti studi presenti sul territorio.

Quali sono i settori che richiedono maggiormente competenze e formazione di tipo giuridico? 
I settori sono molteplici e spaziano dagli studi legali per la libera professione, fino alle strutture interne delle imprese private e delle amministrazioni pubbliche che si occupano di affari legali in generale.
Il giurista ormai non è relegato alle sole tradizionali professioni quali avvocato, magistrato e notaio. Il giurista, anche proveniente da facoltà diverse da quella di giurisprudenza, è il protagonista indiscusso di un mondo in evoluzione. Come tutti i momenti di forte cambiamento il ruolo delle regole è fondamentale, serve ad indirizzare il processo di trasformazione ed evitare che il passaggio attuale diventi terreno di azioni senza regole. Più la società cambia più si ha bisogno di regole certe. I giuristi sono coloro i quali costruiscono il cambiamento, costruendo, applicando e interpretando le regole.

Nell’ambito del diritto quant’è importante la formazione post lauream? 
Da un punto di vista particolare in relazione alla libera professione di avvocato occorre distingueredue tipi di formazione: la prima, cosiddetta “pratica forense” di durata di 18 mesi, è una fase necessaria per poter accedere all’esame di abilitazione professionale, la seconda, cosiddetta “formazione continua”, è fondamentale nell’intero arco di attività professionale per la creazione di una specializzazione che consente, nell’attuale momento di crisi dell’economia e del lavoro, soprattutto ai giovani avvocati di essere competitivi. Da un punto di vista più generale la caratteristica peculiare della formazione nell’era post-moderna è che deve essere continua e diversificata. Sempre più i nuovi laureati cambieranno spesso lavoro, attività, sedi.
La laurea serve a dare metodo, rigore e conoscenze strutturali al giovane che entra nel mondo del lavoro, come se fosse una impalcatura sulla quale, nel tempo, far aderire esigenze sempre diversificate di una società in cambiamento. L’Open day vuole rappresentare uno strumento utile a questa flessibilità dopo la laurea.

Quali sono ad oggi i principali ostacoli che può incontrare un giovane neolaureato con il desiderio di intraprendere la libera professione? 
Il principale ostacolo che incontra un neolaureato che vuole intraprendere la carriera forense è certamente quello di trovare uno studio legale che gli consenta di svolgere una pratica forense orientata alla propria specializzazione. L’Open day risponde proprio a tale esigenza, attraverso la creazione di un momento di incontro tra domanda e offerta nel quale i neolaureati si candidano ad entrare a far parte degli studi legali che ritengono maggiormente rispondenti alle proprie specializzazioni e aspirazioni professionali.
A mio avviso l’“ostacolo” può trasformarsi in “grande opportunità” per la libera professione. Oggi l’avvocato non è solo l’uomo delle liti ma sempre più un professionista della soluzione delle liti, penso ad esempio allo strumento della mediazione, di recente rilanciato dalle nuove norme statali e proprio dall’Istituto Jemolo in qualità di utilissimo mezzo di risoluzione delle conflittualità.

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