Sintesi del Rapporto UNI.CO.

I dati presentati nelle schede costituiscono una selezione di informazioni contenute nel primo Rapporto sulle potenzialità delle Comunicazioni Obbligatorie per lo studio delle caratteristiche della domanda di lavoro per i laureati della Sapienza, elaborato dal gruppo di lavoro UNI.CO. con la cura del Prof. Giorgio Alleva.

La domanda di lavoro per i laureati alla verifica della ricerca universitaria.
Oggi è possibile sviluppare importanti premesse per efficaci politiche attive del lavoro. L’Università Sapienza crea un modello per la piena valorizzazione delle base di dati amministrativi.
Tanti contratti ma di breve durata
La frammentazione delle esperienze lavorative genera un forte disagio occupazionale fra i giovani laureati e compromette un’efficace formazione “on the job”. In definitiva, non migliora la produttività del lavoro condizionata da periodi di applicazione troppo brevi che rispondono a situazioni di emergenza.
La frammentazione dei percorsi lavorativi: una risposta debole alla competizione globale e premessa per l’esclusione sociale.
Il nostro sistema produttivo punta sulla flessibilità del lavoro invece che sulla ricerca e sviluppo utilizzando le alte professionalità. I rischi dei drammatici effetti dell’esclusione dei giovani laureati sulla coesione sociale.
Tutt'altro che "Choosy": l'ingegnere fa anche il pizzaiolo. Passaggio congiunturale o nuovo mercato del lavoro?
Solo il 60% delle giornate lavorate riguarda posizioni adeguate al proprio titolo di studio, spesso nelle professioni intermedie. Sono molti i laureati che accettano, nel corso dei tre anni dopo la laurea, una qualunque posizione professionale.
Il precariato e la frammentazione contrattuale prevalgono in quasi tutti i settori che offrono servizi. Crolla il mito del pubblico impiego.  
Si rileva una forte dispersione dei contratti in numerosi settori produttivi. E’ quello terziario a stipulare  il maggior numero di rapporti di lavoro  per laureati ma di breve durata. Il settore pubblico, ed in particolare quello dell’istruzione, si alimenta di precariato e flessibilità.