07/03/2012

Unioncamere: L'identikit dei neo-impreditori italiani nel 2011

Un terzo delle imprese italiane nate nel 2011 ha sede nel Mezzogiorno. A fondarle, sono prevalentemente uomini (3 casi su 4), che hanno investito 10mila euro per il loro avvio. L’obiettivo è la soddisfazione personale e professionale (lo affermano più del 57% di coloro che hanno deciso di fondare, da titolari o da soci di maggioranza, una nuova azienda). Anche in tempi di crisi, fare impresa nel nostro Paese rimane un sogno nel cassetto che, nel 2011, molti hanno voluto concretizzare.
Questo è quanto emerge dall’indagine del Centro studi di Unioncamere su un campione di circa 9mila imprese attive nate nel corso del 2011.
 
Le opportunità del “fare impresa” sono colte sempre più frequentemente dai giovani: infatti, supera il 26% (2 punti in più rispetto al 2010) l’incidenza degli under 30 e un ulteriore 19,1% di neo-imprenditori si colloca nella fascia di età tra i 31 e i 35 anni. Lo spirito di iniziativa e le capacità innovative proprie dei giovani hanno generato nel 2011 poco meno della metà delle nuove imprese, mentre il restante 54,5% è da attribuire agli ultra 35enni, che si avvalgono principalmente dell’esperienza e del proprio background tecnico-professionale per trovare stimoli all’avventura imprenditoriale.
Anche nel 2011 sono soprattutto gli uomini a creare nuove imprese: infatti sono quasi tre quarti i neo-capitani d’impresa maschi, in lieve crescita rispetto al 2010. Quindi, si sono ulteriormente ridotti gli spazi per le donne, che però si ampliano in specifici settori, come ad esempio i servizi alle persone, dove  le donne detengono il primato delle nuove iniziative imprenditoriali (51,7%). Quote superiori alla media si riscontrano anche nei servizi turistici, nell’agricoltura e nelle attività commerciali.
E’ il diploma il trampolino di lancio per i capitani d’impresa: poco meno della metà (48,9%) di essi, infatti, proviene da una scuola secondaria superiore, una quota in crescita rispetto ai dati 2010. Anche l’incidenza di quanti si sono fermati alla scuola dell’obbligo è in aumento (supera un quarto dei casi) e, di conseguenza, sono in riduzione i neo-imprenditori con qualifica professionale e con laurea, cui corrispondono rispettivamente quote intorno al 12%.
 
L’identikit del neo-imprenditore

Età %   Livello di istruzione %   Genere %   Nazionalità %
Meno di 30 anni 26,4   Scuola dell'obbligo 26,7   Uomo 74,2   Italiana 87,1
Fra 31 e 35 anni 19,1   Formazione profess. 4,9   Donna 25,8   27 Paesi Ue 4,5
Fra 36 e 40 anni 19,7   Istruz. Professionale 7,7         Extra-Ue 8,4
Fra 41 e 51 anni 23,0   Diploma 48,9            
Fra 51 e 65 anni 10,3   Laurea 11,9            
Oltre 65 anni 1,5                  
Totale 100,0    Totale  100,0    Totale  100,0    Totale  100,0

Fonte: Centro Studi Unioncamere, indagine dicembre 2011
 

Relativamente alle risorse da investire, dall’indagine emerge che i nuovi imprenditori fanno prevalentemente affidamento su mezzi propri. Posto che il capitale iniziale necessario non supera i 10mila euro nel 72,1% dei casi, 8 imprenditori su 10 scelgono l’autofinanziamento, affiancando a questo i prestiti di parenti o amici e, in seconda battuta, i prestiti bancari.
La precedente attività come operaio o apprendista, quella da impiegato o quadro e pregresse esperienze come imprenditori o lavoratori autonomi costituiscono la base di partenza per quasi il 55% dei neo-capitani d’impresa nel 2011. C’è dunque alle spalle un solido percorso professionale e un’attenta analisi delle condizioni del mercato a indurre la maggior parte di questi soggetti a intraprendere l’impegnativo percorso dell’imprenditorialità. La motivazione prevalente è però da ricercarsi nella necessità di trovare uno sbocco lavorativo per quanti precedentemente si trovavano nella condizione di disoccupati, studenti, casalinghe e collaboratori a progetto, che complessivamente rappresentano il 22,4% dei nuovi imprenditori, con un’incidenza in aumento di 1,5 punti sul 2010.

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