La domanda di lavoro per i laureati alla verifica della ricerca universitaria. Oggi è possibile sviluppare importanti premesse per efficaci politiche attive del lavoro. L’Università Sapienza crea un modello per la piena valorizzazione delle base di dati amministrativi. |
Tanti contratti ma di breve durata La frammentazione delle esperienze lavorative genera un forte disagio occupazionale fra i giovani laureati e compromette un’efficace formazione “on the job”. In definitiva, non migliora la produttività del lavoro condizionata da periodi di applicazione troppo brevi che rispondono a situazioni di emergenza. |
La frammentazione dei percorsi lavorativi: una risposta debole alla competizione globale e premessa per l’esclusione sociale. Il nostro sistema produttivo punta sulla flessibilità del lavoro invece che sulla ricerca e sviluppo utilizzando le alte professionalità. I rischi dei drammatici effetti dell’esclusione dei giovani laureati sulla coesione sociale. |
Tutt'altro che "Choosy": l'ingegnere fa anche il pizzaiolo. Passaggio congiunturale o nuovo mercato del lavoro? Solo il 60% delle giornate lavorate riguarda posizioni adeguate al proprio titolo di studio, spesso nelle professioni intermedie. Sono molti i laureati che accettano, nel corso dei tre anni dopo la laurea, una qualunque posizione professionale. |
Il precariato e la frammentazione contrattuale prevalgono in quasi tutti i settori che offrono servizi. Crolla il mito del pubblico impiego. Si rileva una forte dispersione dei contratti in numerosi settori produttivi. E’ quello terziario a stipulare il maggior numero di rapporti di lavoro per laureati ma di breve durata. Il settore pubblico, ed in particolare quello dell’istruzione, si alimenta di precariato e flessibilità. |